Da sempre la casa è sinonimo del costruire e quindi della volontà e della maestria dell’uomo di creare un ambiente adatto alle proprie esigenze.
La capacità di “erigere un riparo”, modificando una data situazione ambientale di partenza secondo il proprio fabbisogno, è in realtà un’attività che caratterizza anche moltissime specie animali tanto che spesso dal tipo di realizzazione è possibile risalire alla specie artefice della costruzione.
Nell’uomo questo atto ha assunto nel tempo anche un valore simbolico per tutte le associazioni affettive che al termine “casa” vengono riferite.
La forma e il tipo di questo intervento richiama il concetto di “casa” e lo rivisita in senso più ampio facendo riferimento anche a altre specie.
L’intervento si inserisce al centro della nuova opera-luogo Lago Prataccio, creata attraverso imponenti interventi di scavo e rimodellamento di una vasta area.
L’opera si incentra su un piccolo immobile preesistente, costituito da un unico vano, che versava in uno stato di abbandono da molti anni ed era ormai pericolante. La struttura era probabilmente utilizzata in passato come rimessa per gli attrezzi agricoli. La costruzione aveva anche subito nel tempo alcuni interventi che ne avevano snaturato l’aspetto originario (aggiunte di materiale fuori contesto e di qualità scadente). In tale stato essa non ricopriva alcun particolare interesse architettonico e sarebbe stato anche possibile demolirla al momento della realizzazione nell’area del nuovo ampio bacino lacustre.
L’aspetto del piccolo immobile corrispondeva però esattamente a quell’immagine tipica, e al tempo stesso essenziale, di “casa”, che è così profondamente radicata nel nostro immaginario. La stessa con cui ogni bambino si cimenta quando prova a disegnare per la prima volta: un piccolo fabbricato coperto da un tetto a spiovente con una porta e due piccole finestre a lato. Nel progettare il nuovo lago fu quindi deciso di mantenere l’immobile.
La costruzione però, essendo molto lesionata, fu dapprima oggetto di specifici rilievi in tutte le sue parti, quindi fu demolita e ricostruita da zero, esattamente nella stessa posizione e rispettando le stesse dimensioni e caratteristiche dell’originale. Furono sostituiti anche tutti i materiali fuori contesto con quelli tipici del luogo.
Le pietre e i mattoni utilizzati provengono dai ruderi di vecchi casali presenti nei dintorni (grazie alle donazioni dei proprietari). In questo modo il piccolo immobile ha simbolicamente riunito in sé, quella che può essere definita “l’impronta storica del costruire” tipica di questa pianura.
Una volta terminata la ricostruzione, l’intervento ha previsto il confinamento della struttura su una piccola isola, modellata scavando il terreno tutto intorno.
Il nuovo ampio bacino lacustre che va a inglobare il manufatto altro non è che un’immensa opera architettonica realizzata dall’uomo per soddisfare le esigenze di migliaia e migliaia di esseri viventi, dai più piccoli, pressoché invisibili, a quelli di dimensioni maggiori. Tutti vi possono oggi trovare la propria “casa”.
In un radicale cambiamento di prospettiva, quindi, l’Architettura ha spostato per la prima volta il proprio centro d’attenzione dall’uomo alle altre specie. Il piccolo immobile, simbolo di questo cambiamento grazie a queste sue forme essenziali di “casa”, diviene “monumento” all’Architettura, nel momento stesso in cui questa disciplina trova il proprio compimento in questo atto dal carattere universale.
Il valore simbolico dell’opera, sottolineato dall’essere isolata al centro del lago e quindi senza più alcuna possibilità di utilizzo diretto da parte del costruttore (uomo), diviene stimolo per una riflessione più ampia sulla possibilità di “rinunciare” alla realizzazione di nuovi volumi di costruito e di ripensare l’utilizzo di quelli vecchi già esistenti (o del suolo su cui questi sono stati costruiti) in modo nuovo e con progetti semplici, finalizzati alla ricostituzione del paesaggio tipico del territorio e alla conservazione della biodiversità.
Categoria
Autore
Carlo Scoccianti
Area di intervento
Oasi WWF Stagni di Focognano, Campi Bisenzio (FI)
L’area si colloca all’interno del Sito di Importanza Comunitaria ZSC e ZPS IT5140011 Stagni della Piana Fiorentina e Pratese.
Stato ante operam
Campi coltivati con metodi intensivi, con presenza anche di orti e baracche costruite abusivamente, spesso utilizzate per depositi illegali di materiale edile.
Tipo intervento
Immobile: misure esterno metri 3,50 x 3,80 x 2,70 (al colmo del tetto); volume interno vuoto. Realizzata con materiale edile antico di recupero (mattoni e materiale lapideo sbozzato).
L’elemento che caratterizza l’ intervento è il coinvolgimento di volontari per la realizzazione dell’opera (intervento di social art). In una società in cui i diversi mestieri e professioni sono ormai oggi nettamente separati, quest’intervento ha avuto lo scopo di riportare le persone, che non possedevano precedenti esperienze in tale ambito e che altrimenti, probabilmente, nella propria vita non si sarebbero mai trovate in tale situazione, a ripercorrere l’atto primitivo di costruire in prima persona una “casa”.
L’opera si concretizza così nell’atto atavico dell’erigere il proprio rifugio, patrimonio di conoscenza e pratica comune di ogni popolazione fino a epoche relativamente recenti. Questo gesto apre dunque una riflessione sul percorso della società umana e sul suo attuale diverso rapporto con la terra, le materie prime, il luogo e il proprio territorio di residenza.
Stato di avanzamento
Opera conclusa nel mese di novembre 2016.
Principali Enti coinvolti
Comitato per le Oasi WWF dell'Area Fiorentina
Principali bioindicatori utilizzati nel monitoraggio della funzionalità ecologica dell'opera:
- Ardeidi (con particolare riferimento a: Nitticora, Nycticorax nycticorax; Garzetta, Egretta garzetta; Airone cenerino, Ardea cinerea; Airone guardabuoi, Bubulcus ibis): posatoio.
- Civetta (Athene noctua): posatoio.
- Passeriformi: posatoio.
- Chirotteri: rifugio.